giovedì 17 gennaio 2013

PENSIAMO, CRITICHIAMO, LEGGIAMO, CAPIAMO ?



L'attuale produzione mondiale di cibo è la più alta nella storia dell'umanità eppure il 10% delle popolazione mondiale soffre di fame.

La denutrizione colpisce quasi 800 milioni di abitanti mentre la popolazione mondiale in sovrappeso si è assestata intorno al miliardo.  HELP !!!

Fame ed obesità sono due facce della stessa medaglia, sono problemi che andrebbero risolti con la strategie comuni a partire da una più equa e solidale distribuzione della ricchezza ( vallo a dire ai capitalisti... ).


C'è del "massonico" dietro questi meccanismi, c'è una chiaro intento da parte di pochi di influenzare atteggiamenti e quindi consumi.

Le multinazionali producono il cibo, si interessano solo al loro profitto, influenzano la nostra volontà ed impongono esclusivamente il loro pensiero ed il loro interesse.

I vincoli, ovviamente inconsci, accerchiamo le nostre scelte non solo nel raggio di influenza di Ronald McDonald, m anche quando si tratta di pensare e volere sano.

Se pensiamo al reparto frutta di un supermercato, pensiamo alle mele noi potremmo trovare tante varietà nostra disposizione: Fuji, Braeburn, Granny Smith, Golden Delicious...

Perchè le scegliamo?

Perchè hanno buccia lucida e senza il minimo intacco.
Perchè il loro sapore è molto gradito.
Perchè hanno un aspetto sano ed invitante.

Questi frutti hanno risposto bene ai meccanismi di trasporto, non hanno subito danni e sono "commercializzabili".

Le scelte all'interno dei supermercati non sono completamente nostre, sono legate ad interesse ramificati all'interno di politiche di marketing ben definite.

Per dimostrare come pochi decidono ed influenzano i tanti è necessario un viaggio globale che vada dai luoghi di produzione fino ai luoghi di consumo, si tratta di un'indagine che analizzerà perchè i neri d'America sono più sovrappeso dei bianchi o perché Asia ed Africa siano tutt'ora sotto lo scacco delle carestia.

Questi problemi possono essere rappresentati da una forbice che aumenta sempre più

In India recentemente ho letto che il governo ha permesso la distruzione di milione di tonnellate di granaglie o che stesse quantità di cibo marcissero nei silos, lasciando che, nel frattempo, milioni di persone morissero di fame.

La stessa India che, fino a qualche anno fa, era fautrice di una politica protezionista e salutista, ha permesso di recente l'ingresso di produttori di bevande analcoliche e delle maledette multinazionali del cibo.

Nel giro di un decennio l'India avrà il maggior numero di diabetici, spesso saranno bambini.

L'esempio India e la sua palese contraddizione non è un caso isolato ma un chiaro esempio di come le politiche di ogni governo di questo mondo siano assolutamente influenzabile da meri interessi economici (di pochi) e sia spaventosamente legate non all'interesse dell'elettore ma al fatturato di alcune multinazionali, crudeli, egoiste ma ricchissimi e quindi con un grosso potere.

Ma fame ed obesità sono solo il frutto della scelta sbagliata di un singolo?

Ogni cultura nel corso degli anni ha risposto si a questa domanda per cui l'obeso era tale perchè agiato mentre l'affamato doveva incolpare la propria povertà e la propria pigrizia.

Fame ed obesità colpiscono ormai con troppa regolarità per poter essere visti come fenomeni monofattoriali, la ricchezza individuale non spiega come all'interno di nuclei familiari poverissimi ci siano individui obesi o il contrario.

Uno studio in collaborazione tra le autorità messicane e statunitensi ha mostrato come il fattore cruciale per spiegare patologie legate all'alimentazione era la vicinanza (o la lontananza) col confine americano.

Un diabolico meccanismo è legato al fatto che la gente che non può permettersi di mangiare faccia delle scelte nutrizionali così sbagliate da diventare obesa.
Strano ma è la realtà ereditata dal secolo scorso e che dipingerà il nuovo millennio con dati statistici sempre più negativi ( e con relativi costi sanitari PER TUTTI aumentati).

Siamo consumatori e siamo convinti che la nostra libertà di scelta ci possa svincolare dai mali politici, dalle magagne dei "pochi".

Quanto il nostro inconscio è influenzato dalla pubblicità? Quanto riflettiamo al supermercato su centinaia di prodotti poveri di nutrizione proposti e ammassati negli scaffali?

Per quanto la nostra mente sia disposta a scegliere pochi prodotti è sufficiente una piccola promozione pubblicitaria e questa gamma di scelte diventa più ampia.

Mentre i cibi naturali si inseriscono nella nostra dieta, ogni anno l'industria alimentare aggiunge decine di migliaia di nuovi prodotti sugli scaffali, alcuni dei quali inutili, alcuni dei quali dannosi, alcuni di questi diventeranno indispensabili e accompagneranno un'intera generazione.

E' la dimostrazione di quanto il nostro pensiero gastronomico sia limitato e possa essere influenzabile e di quanto non siamo affatto sicuri del come, del dove e del perchè certi cibi siano finiti nel nostro piatto.

PENSIAMO, CRITICHIAMO, LEGGIAMO, CAPIAMO ?

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