Perchè ad un certo punto l'uomo ha smesso di raccogliere e
cacciare ed ha iniziato a coltivare?
Perchè questo cambiamento è avvenuto nella Mezzaluna Fertile
intorno al 8500 a.C.
e solo 3000 anni più tardi nel bacino del Mediterraneo?
Le prime testimonianze archeologiche mostrano che i primi
agricoltori erano più gracili e denutriti rispetto ai nomadi che praticavano
raccolta e caccia.
Ma perchè alla fine c'è stato il grande salto?
Tutt'ora esistono gruppi di cacciatori-raccoglitori e,
quindi, possiamo pensare che in epoche primitive il passaggio non fu accettato
da tutti.
Ma l'agricoltura fu inventata?
Io direi di no.
I primi agricoltori non avevano testimonianze e tracce di
epoche passate e tracce di civiltà contadina, non potevano sceglier cosa e dove
coltivare.
Altro aspetto da valutare è che la separazione tra i due
stili di vita non fu così netta: pensate a qualche film sugli indiani
d'America, in particolare era diffusa l'abilità tra gli apache di seminare in
estate lungo le altre a nord del loro territorio e, nell'attesa del raccolto,
si spostavano a sud per cacciare.
L'evoluzione dell'agricoltura rimase un processo graduale,
come è normale che sia per qualcosa di
completamente nuovo.
Non tutte le tecniche e le specie conosciute oggi furono
sviluppate nello stesso momento, ma tutto accadde anche per caso.
All'inizio la
coltivazione e la raccolta dei frutti spontanei erano due attività che
coesistevano alla pari.
La nascita dell'agricoltura è legata ad un valutazione:
quanto tempo e quanta energia devo dedicare per procurarmi quel tipo di cibo?
E' una domanda a tratti complessa legata ad diverse
variabili: quale cibo è più vicino, quale amo di più, quale comporta meno
rischi.
L'orticello iniziale del nostro contadino doveva servire ad
assicurare una costante ma modesta quantità di cibo piuttosto che quantità più
elevate ma fluttuanti nel tempo. Fondamentale in termini di sopravvivenza.
Una volta fatto il primo passo i popoli vicini poterono
adattarsi acquisendo il pacchetto completo oppure prenderne solo una parte.
Nel Sudest dell'Europa gli indigeni presero "il
pacchetto completo" derivante dal Medioriente, pacchetto che poi si
diffuse in Europa centrale negli anni a venire.
In Svezia invece, i popoli acquisirono il pacchetto
mediorientale attorno al 3000
a.C., lo abbandonarono per circa 3 secoli per poi
ripensarci quasi mezzo millennio dopo.
Bizzarra la storia!
Le decisioni di coltivare vs raccogliere/cacciare non furono
mai, sopratutto all'inizio, eventi indipendenti tra di loro, ma fenomeni con
sfumature accavallabili.
Cosa ha reso possibile il passaggio verso l'agricoltura?
Le cause sono tutt'ora materia di studio da parte degli
antropologi e degli archeologi, ma su alcuni aspetti si può mettere il punto.
PRIMO FATTORE: declino delle risorse naturali
Negli ultimi 13000 anni vivere di caccia e raccolta è
diventata un'attività praticamente
impossibile, per via delle numerose specie scomparse.
Se anche potremmo discutere sul fatto che le estinzioni di
massa hanno spinto americani, eurasiatici e africani a dedicarsi
all'agricoltura, esistono anche casi
diversi.
I polinesiani, responsabili dell'estinzione dei moa, delle
foche in Nuova Zelanda e di altre specie di uccelli in diverse piccole isole
locali, si diedero all'agricoltura.
SECONDO FATTORE: aumento delle specie domesticabili a
scapito di quelle selvatiche
I cambiamenti climatici avvenuti alla fine del Pleistocene
nel Medioriente ampliarono in modo considerevole l'area di diffusione dei
cereali selvatici, che potevano essere raccolti molto facilmente e in grandi
quantità dalle popolazioni locali,
Da qui alla domesticazione di grano ed orzo il passo fu
breve.
TERZO FATTORE: miglioramenti tecnologici
Se un contadino dovesse ricavare una tonnellata di grano in
un periodo particolarmente fertile cosa se ne farebbe?
I mezzi necessari furono introdotti nella Mezzaluna fertile
dopo l'11000 a.C.,
in risposta ad un periodo particolarmente prosperoso.
Si sono trovate diverse testimonianze di miglioramenti
tecnici: furono inventati falci, cesti, pestelli, grandi silos...
Questi furono i requisisti per la nascita dell'agricoltura.
QUARTO FATTORE: il legame tra densità della popolazione e
crescita della produzione di cibo
I dati antropologici indicano che il passaggio
all'agricoltura indica un aumento, relativamente breve, della popolazione.
E' il classico problema uovo o gallina: la maggiore
disponibilità di cibo ha portato ad un aumento della popolazione o la necessità
di avere più derrate alimentari ha aguzzato l'ingegno dei primi contadini?
Indubbiamente l'osservazione e il genio dei primi contadini
fu circoscritto alla possibilità di avere più calorie per ettaro coltivato e
quindi la possibilità di "mangiare di più".
Senza ombra di dubbio il dilemma uovo/gallina applicato
all'agricoltura indica un processo autocatalitico: l'agricoltura annulla col
tempo il nomadismo, il sedentario crea popolazione più ampie, aumentano i
fabbisogni, aumenta la richiesta di miglioramenti tecnologici...
QUINTO FATTORE: le zone di confine
I primi agricoltori raggiunsero popolazione relativamente
numerose e nelle zone in cui c'era continuità coi cacciatori, tendenzialmente,
riuscirono ad avere la meglio per via del loro numero.
Solo la presenza di barriere geografiche ha permesso un
periodo di isolamento frenando l'avanzata di flussi migratori come nel caso
degli indiani della California, isolati dall'inaccessibile deserto o gli
aborigeni australiani, separati tramite il mare dalla comunità agricole della
Nuova Guinea e dell'Indonesia.
Ad oggi poche popolazioni al mondo vivono come
cacciatori-raccoglitori, isolati in poche aree al mondo.
L'avvento dell'agricoltura ha cambiato il mondo.
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