giovedì 17 maggio 2012

PICCOLA METAMORFOSI GASTRONOMICA ITALIANA


In Italia stiamo “gastronomicamente” cambiando?
Decenni fa l’eccezione era mangiare fuori, oggi è la regola? 

Partiamo 3 tra punti
1)      La società cambia
2)      Il tasso di occupazione femminile è aumentato notevolmente
3)      Gli adolescenti affollano bar e McDonald

Secondo una ricerca delle FIPE( Federazione Italiana Pubblici Esercizi) del 2007 il mercato italiano vale 50 miliardi di euro, dove le tavole di lusso rappresentano il 10% del totale ed il resto è ristorazione informale.
All’interno di questo “resto” c’è di tutto: McDonald, Sushi Express, happy hour, piadine rie, rosticcerie...
Nel passato( chiedere ai propri genitori) mangiare fuori era sinonimo di evento particolare quasi unico, ora tutti adorano mangiare fuori.

In casa prevale il piatto unico, veloce, rapido, magari surgelato; fuori casa l’insieme dei gesti si prolunga con più portate.
Il rito dell’aperitivo è significativo: diventa il simbolo dei pasti “socialmente aggreganti” ed è difficile stabilire se si tratta di una cena o di altro.

Gli stessi menù, che nel 90% dei casi coincidono, sono a base di nocciole, patate, olive: gli alimenti che ricordano l’Italia povera del dopoguerra.
Nonostante la crisi, il ruolo della ristorazione sembra essere quello di luogo in cui domina abbondanza e convivialità: alla faccia della crisi :-)

Dietro al cibo circolano tanti eurini, che si tratti di junk o di health food.

Una rilevazione del 2011 indica che i consumi generali in genere aumentano:
1)      Hamburger +6,3%
2)      Pizze +3,2%
3)      Panini +1,5%

Il ruolo più importante in questo contesto è recitato dai ristoranti a servizio completo a basso costo che indicono per il 47,9% sul mercato.
I bar distanziati e rappresentano il 23,9% del mercato; leggermente dietro le pizzerie che indicono sul 13,5% della torta.

Il resto va diviso per esercizi minori come panetterie, supermercati( sempre più attivi nel mercato del “pronto da mangiare”), gelaterie e ristoranti etnici.

Il mercato italiano delle ristorazione vale circa 50 miliardi di euro.
Gli hamburger rappresentano circa 1/50 di questo mercato così come i ristoranti etnici; il business dei panini sfornati e quello dei piccoli ristoranti producono un fatturato di circa il doppio rispetto ai precedenti segmenti.

Ringraziando Dio il concetto di sano si sta diffondendo, si sta comprendendo sempre di più che l’alimentazione è alla base della salute.
Spuntano così trasmissioni legate al dimagrimento, forum in sui si discute dell’effetto benefico di un alimento in particolare, agriturismi che vendono al dettaglio la loro frutta e i loro ortaggi.

E gli chef???  Sembrano loro i nuovi “VIP”, sono presenti ovunque: saloni della moda, fiera, trasmissioni televisive di ogni genere.

E poi, in ogni angolo della tv, spunta un il pinco pallino di turno, vecchio concorrente del GF o attorucolo di turno, che si inventa cuoco ( a volte sono patetici).

Libri? Neanche a parlarne, titoli a non finire, scaffali interi: io ne segnalo due, LA GRAMMATICA DEI SAPORI edizioni Gribaudo e SCUOLA DI CUCINA editore Dix; sono libri base che solleticheranno la vostra fantasia.

Frenesia e mode intorno al “food”: sarà energia positiva o negativa?
Staremo a vedere.


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