martedì 28 febbraio 2012

COME I GRASSI SI RAPPORTANO ALLA NOSTRA SALUTE: SOVRAPPESO E OBESITA'


Uno dei dati più tristi, duri da accettare ma nel frattempo molto significativo, in quanto indice di diverse contraddizioni che caratterizzano la nostra società, è il crescente numero delle persone in sovrappeso e obese.

Il sovrappeso è il risultato, nel medio- lungo periodo, di uno squilibrio tra le calorie introdotte con la dieta e quelle necessarie al mantenimento delle funzioni fisiologiche del nostro corpo.

Guardate questa tabella per avere numeri rapidi e comprendere come le variazioni di peso risentono alla lunga di atteggiamenti sbagliati.

Nella prima colonna indico l’alimento che viene mangiato in quantità superflua rispetto alla giusta porzione; nella seconda la quantità di calorie che rappresenta questa ipotetica porzione aggiuntiva mentre nelle ultime due cosa comporterebbe, in termini di aumento del peso, se questo errore fosse protratto per 31 giorni o per 365 giorni.

Alimento/ quantità superflua
Calorie superflue
Variazione mensile
Variazione annuale
Pasta di semola/ 30 gr.
105 kcal
0,45 kg
5,4 kg
Carne di manzo magro/ 50 gr.
84,5 kcal
0,37 kg
4,49 kg
Cornetto alla nutella ( invece che 2 fette biscottare integrali con marmellata)
122 kcal
0,54 kg
6,4 kg

La quantità di calorie introdotte con un singolo componente nella dieta può influire il nostro peso ma anche la distribuzione tra i tre diversi macronutrienti.

Se guardassimo la “convenienza” dovremmo mangiare solo grassi in quanto hanno la densità energetica più alta: capiamo benissimo che non possbile.

Nello specifico nell’uomo circa 100.000 kcal sono immagazzinate come grasso (circa 11 kg in un uomo di 70 kg); se la stessa quantità di energia come carboidrati, più precisamente come glicogeno,  fosse accumulata nel nostro corpo questo determinerebbe un aumento del peso corporeo di circa 100 kg in quanto la densità energetica del pool glicogeno-acqua è di circa 1 kcal/g, dato che ogni grammo di glicogeno lega 3 grammi di acqua.

I grassi accumulati, soprattutto nel tessuto adiposo, sono resi disponibili per l’ossidazione attraverso un processo detto lipolisi, una reazione che estrae energia dai lipidi sfruttando l’azione di un’enzima detto lipasi ormone-sensibile.

Gli acidi grassi, in condizioni di bilancio energetico negativo, sono il principale combustibile.
Nel digiuno o nel semi digiuno i trigliceridi sono usati per ricavare energia per fegato, reni e muscoli e per ricavare, attraverso una serie di reazioni, dei composti detti corpi chetonici metabolizzati da cervello o altri tessuti.

Gli stessi acidi grassi diventano il principale substrato durante l’attività fisica a bassa intensità ( per questo motivo sono così diffuse le camminate a pendenza medio-alta sui tapis roulant, più in là vi spiegherò perché sono parzialmente d’accordo con questa “moda”).

Durante l’attività fisica si verifica qualcosa di facile comprensione: si abbassa l’insulina, aumentano gli ormoni lipolitici, aumentano così i livelli di lipidi plasmatici captati così dai muscoli.
Il processo appena descritto permette di risparmiare glicogeno e ritardare la sensazione di fatica.

I metabolismi dei tre diversi nutrienti sono differenti e, a parità di apporto energetico, una dieta ricca di grassi è meno ossidata di una dieta ricca di carboidrati.

Alcool, zuccheri e proteine possono essere convertiti in lipidi ma questo non avviene se la quantità di grassi ingerita è sufficiente.
Da queste considerazioni capiamo che un eccesso di grassi nella dieta è fondamentale nella patogenesi del sovrappeso e dell’obesità.

Altro fattore da considerare in questo discorso è l’effetto termogenico degli alimenti ovvero l'energia che l'organismo spende in più ogni volta che si assume del cibo.

L'effetto termogenico dei diversi nutrienti è qui indicato:
·       lipidi: (3% dell'energia fornita) sono il nutriente col potere termogenico più basso
·       glucidi: (7% dell'energia fornita) hanno un potere termogenico medio
·       protidi: (30% dell'energia fornita)  hanno il più alto valore termogenico

Ora deriva una doppia osservazione: se da un lato ricavare energia da un grammo di grasso è il modo più efficace e conveniente per estrarre energia, dal canto i grassi sono i più appetibili tra i nutrienti e quindi i meno soggetti ad un intrinseco controllo dal parte dei nostri meccanismi di sazietà.




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