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ALIMENTI FUNZIONALI! Vi accontento!
Gli
“alimenti funzionali” sono una categoria di cibo che presenta al loro
interno alcuni componenti “non nutrienti” ma attivi dal punto di vista
biologico e che influenzano positivamente la nostra salute.
La loro storia sicuramente non è
attuale e questo è dimostrabile analizzando la medicina cinese la quale ha sempre
creduto e sostenuto la possibilità di migliorare l’efficienza fisica e mentale
attraverso l’uso di certi alimenti piuttosto che di altri.
I primi alimenti creati erano
caratterizzati da un ridotto contenuto energetico, attraverso un abbassamento
della quota di grassi e/o zuccheri, seguiti poi da alimenti come gli yogurt che
aiutano la normale funzione intestinale.
Col proseguire degli anni la
tecnologia ha permesso di isolare i singoli componenti di interesse e di creare
alimenti ad hoc( che secondo il mio modestissimo parere vengo pubblicizzati
nella maggior parte dei casi con eccessiva enfasi).
Ad oggi nell'Unione
Europea la legislazione è assente.
Esistono due categorie di alimenti funzionali:
- Tipo A: alimenti
che migliorano una specifica funzione fisiologica.
Questo tipo di
alimenti non hanno relazione a malattie o stati patologici in generale. Vedi
per il caffè, grazie alla sua xantina caffeina aumenta le capacità
cognitive.
- Tipo B:
alimenti che riducono il rischio di una malattia. Per esempio è dimostrato
che il licopene del pomodoro può ridurre il rischio di tumori.
Poche sono le
nazione che hanno deciso di legiferare in merito a questo aspetto della nutrizione.
In Giappone, per
esempio, tali alimenti sono riconosciuti e commercializzati con la sigla FOSHU
(Food for Specific Health Use), e le loro proprietà funzionali sono necessariamente
verificate attraverso studi scientifici.
Gli alimenti classificati come FOSHU devono
essere approvati dal Ministro della Salute e da quello del Welfare.
Un aspetto curioso è quello relativo agli
health claims, ovvero a quello che viene riportato sull’alimento per indicarne
le specifiche proprietà.
Nell’Unione
Europea, non esiste una legislazione armonica sugli health claims.
È
idea diffusa che gli health claims devono essere correttamente formulati per
tutelare il consumatore, promuovere il commercio e favorire la ricerca
accademica e l’innovazione nell’industria alimentare.
Avviene
sempre? Ne dubito….
Sono
dell’idea che le aziende e i pubblicitari percorrano questa strada al limite
del lecito in quanto la maggior parte delle volte assisto a pubblicità con un
livello di enfasi molto alto che porta secondo me il potenziale cliente
realmente fuori strada.
QUINDI
CHIEDERE AD ESPERTI PER CAPIRE A FONDO COSA LA TV VOGLIA FARE PASSARE.
Nell’ultimo
decennio, partendo dalla Svezia, sono state adottate diverse iniziative volte a
facilitare l’utilizzo degli health claims, quali l’adozione di linee guida e
codici di comportamento negli Stati membri dell’UE, tra cui la Svezia, l’Olanda
e il Regno Unito, quest’ultimo con la “Joint Health Claims Initiative” (JHCI).
Negli
USA, a partire dal 1993, sono stati ammessi su alcuni alimenti i claim relativi
alla "riduzione del rischio di malattia".
Tali
claim sono autorizzati dall’americana Food and Drug Administration (FDA) sulla
base della "totalità delle evidenze scientifiche pubbliche e qualora vi
sia ampio consenso scientifico tra esperti qualificati sul fatto che i claims
siano avvalorati da tali prove".
Anche
se le aziende possono utilizzare la comunicazione delle proprietà salutari per
commercializzare i loro prodotti, l’intenzione dichiarata della FDA è far sì
che gli health claims favoriscano il consumatore, fornendo informazioni su
modelli alimentari sani che possano contribuire a ridurre il rischio di
patologie come le malattie cardiache e il cancro.
La
FDA ha annunciato che gli health claims possono anche basarsi su dichiarazioni
approvate da un Organismo Scientifico Federale, come i “National Institutes of
Health” e i “Centres for Disease Control and Prevention”, nonché la “National
Academy of Sciences”.
L’Unione
Europea ha un programma chiamato Functional Food Science in Europe (FUFOSE):
questo programma è stato coordinato dall’International Life Sciences Institute
(ILSI) Europe, con l’obiettivo di stabilire e sviluppare un approccio scientifico
su alimenti con specifiche funzioni biologiche.
Il
progetto FUFOSE ha preso in esame sei aspetti: crescita, sviluppo e
differenziazione cellulare, metabolismo basale, difese dai composti ossidanti,
alimenti funzionali e sistema cardiovascolare, fisiologia e funzionalità gastrointestinale
ed effetti degli alimenti sul comportamento e sul profilo psicologico.
Il
documento finale è stato pubblicato sul British Journal of Nutrition.
Questo
rapporto sottolinea come gli alimenti funzionali debbano comunque restare
«alimenti», come tradizionalmente li conosciamo, e dimostrare la loro efficacia
nelle quantità normalmente consumate nella dieta.
Funzionale può essere un alimento integrale
naturale, un alimento a cui è stato aggiunto un componente, o un alimento da
cui è stato eliminato un elemento con mezzi tecnologici o biotecnologici.
Può
anche trattarsi di un alimento in cui è stata modificata la natura di uno o più
componenti, o la biodisponibilità di uno o più elementi, o una qualsiasi
combinazione di queste possibilità. Può essere destinato alla popolazione in
genere o a gruppi specifici di persone che possono essere definiti, per
esempio, in base all’età o alla costituzione genetica.
L’Azione
Concertata della UE sostiene lo sviluppo di due tipi di health claims per gli
alimenti funzionali, che devono sempre essere validi nell’ambito
dell’alimentazione nella sua globalità e devono riferirsi a quantitativi di
cibo normalmente consumati in una dieta.
Tali
health claims sono:
1.
TIPO A: claim correlati al “miglioramento di una funzione biologica” in
riferimento a specifiche attività fisiologiche, psicologiche e biologiche che
vanno oltre il loro ruolo accertato nella crescita, nello sviluppo e in altre
normali funzioni dell’organismo.
Questo
tipo di dicitura non fa riferimento ad una malattia o ad uno stato patologico,
per esempio alcuni oligosaccaridi non digeribili migliorano la crescita di una
determinata flora batterica nell’intestino; la caffeina può migliorare
l’efficienza cognitiva.
2.
TIPO B: claim correlati alla “riduzione del rischio di malattia” che si
riferiscono al consumo di un alimento o di un componente alimentare che
potrebbe contribuire alla riduzione del rischio di una data malattia o ad uno
stato patologico grazie a specifici nutrienti o non nutrienti in esso contenuti
(per esempio il folato può ridurre, in una donna le probabilità di avere un
figlio con difetti del midollo spinale e un apporto sufficiente di calcio può
contribuire a ridurre il rischio di osteoporosi nell’anzianità).
Le
conclusioni e i principi del progetto FUFOSE devono essere ancora implementati.
È stato quindi avviato un nuovo programma di Azione Concertata della
Commissione Europea, il progetto Process for the Assessment of Scientific
Support for Claims on Foods (PASSCLAIM), che si prefigge l’obiettivo di
risolvere alcuni degli attuali problemi relativi alla validazione, alla
conferma scientifica dei claims e alla comunicazione al consumatore.
Il
progetto parte e si sviluppa sul principio che i claims relativi al
"miglioramento di una funzione biologica" e alla "riduzione del
rischio di malattia" devono essere basati su studi articolati che
utilizzino bioindicatori debitamente identificati, caratterizzati e
convalidati.
Il
progetto PASSCLAIM mira a stabilire criteri comuni per valutare la fondatezza
scientifica degli health claims, fornendo un quadro normativo per la
preparazione di dossier scientifici a sostegno di tali claims.
Il documento concertato PASSCLAIM aiuterà chi
preparerà e regolamenterà i claims e ne migliorerà anche la credibilità agli
occhi dei consumatori. Questa strategia integrata genererà una maggior fiducia
da parte dei consumatori nella fondatezza scientifica degli health claims,
fornendo una risposta efficace alle loro preoccupazioni.
Benché
non esista una legislazione europea specifica in materia di sicurezza degli
alimenti funzionali, gli aspetti di sicurezza alimentare sono già contemplati
dalle attuali normative UE.
Tuttavia,
gli alimenti che rivendicano proprietà salutistiche devono tenere in
considerazione il valore dietetico globale, compresa la quantità e la frequenza
di consumo, ogni potenziale interazione con altri costituenti alimentari,
qualsiasi impatto sul metabolismo e i potenziali effetti negativi, tra cui i
rischi di allergia e intolleranza.
Gli alimenti funzionali, consumati
nell’ambito di una dieta e di uno stile di vita equilibrato, offrono grandi
potenzialità nel miglioramento della salute e/o nel contribuire alla
prevenzione di determinate malattie.
La questione degli health claims sta
assumendo un’importanza crescente e vi è ampio consenso sulla necessità di un
quadro normativo UE che tuteli i consumatori, favorisca il commercio e promuova
l’innovazione del prodotto nell’industria alimentare.
Le opportunità di ricerca in campo
nutrizionale nell’analisi del rapporto tra un alimento o componente alimentare
e il miglioramento dello stato di salute e del benessere, oppure la riduzione
del rischio di malattia, costituiscono la sfida più impegnativa per gli
scienziati di oggi e di domani. Altro tema di importanza cruciale è la
comunicazione dei benefici salutistici ai consumatori al fine di fornire le
conoscenze necessarie
per una scelta informata.